Possono essere differenti le motivazioni che spingono una persona a effettuare un preciso investimento, ovviamente, però, il fine ultimo sarà sempre quello di incrementare i propri fondi iniziali. Partendo proprio da questa attestazione, ecco sorgere il concetto di plusvalenza. Andremo ora a vedere nel dettaglio cosa sia o come venga calcolata.
Cos’è la plusvalenza: significato e definizione
Per plusvalenza, denominata anche capital gain, si intende il guadagno reale ottenibile in seguito alla vendita di un determinato bene sia esso mobile sia immobile a un importo superiore rispetto a quello d’acquisto. Di per sé si tratta di un concetto estremamente facile da comprendere. Quando si possiede uno specifico prodotto finanziario, infatti, questo si configurerà come un potenziale guadagno nel momento in cui il titolo vedrà un trend rialzista, potenziale perdita nella situazione opposta.
L’espletazione della plusvalenza si ha solo ed esclusivamente al momento della vendita di un certo asset e quando questo favorirà le condizioni di incremento del patrimonio personale della persona. Le vigenti normative di legge inquadrano la plusvalenza come fonte di reddito e in quanto tale viene sottoposta ad adeguata tassazione.
Come si calcola la plusvalenza
Per poter calcolare la plusvalenza occorre prendere in considerazioni diversi fattori che nello specifico sono: prezzo di acquisto, prezzo di vendita e commissioni. Da questi soli tre elementi è possibile procedere con un’operazione puramente aritmetica che vedrà sottrarre il prezzo di vendita da quello di acquisto comprensivo di commissioni. Laddove il risultato finale faccia registrare un segno positivo, allora si può parlare di plusvalenza.
Situazione leggermente differente nel caso in cui si procede con la vendita di un titolo ma in maniera frazionata nell’arco della medesima giornata. Nella configurazione appena descritta il calcolo della plusvalenza si eseguirà basandosi sulla media dei prezzi, purché il risultato finale sia positivo.
E bene comunque precisare come il concetto di plusvalenza non si applichi esclusivamente alla compravendita di uno specifico prodotto finanziario, ma coinvolge anche l’incremento del patrimonio personale a seguito del conseguimento di un rendimento fisso o di una cedola. Per determinare l’impatto della plusvalenza in termini numerici si andranno a sommare tutti i capital gain ottenuti al netto della sottrazione delle eventuali perdite.

Tassazione delle plusvalenze
Come detto in precedenza, le attuali normative considerano la plusvalenza come una fonte di reddito ed è quindi necessario individuare correttamente l’importo ai fini della tassazione finale. Bisogna poi anche considerare che la maggioranza delle piattaforme incentrate sul trading online non fungono da sostituto d’imposta, da ciò ne consegue che ogni utente sarà obbligato a calcolare in autonomia il valore della plusvalenza ottenuta e a riportarla fedelmente nella dichiarazione dei redditi.
Qualora si tratti di persone fisiche si procederà inserendo la plusvalenza tra i cosiddetti Redditi Diversi e andando quindi a integrare il 730 o il Modello Unico. Nel caso di una persona giuridica, invece, la plusvalenza andrà inserita nei Redditi d’Impresa.
Ma perché è così rilevante calcolare con esattezza il valore del capital gain? Semplicemente perché, grazie alla legge n.66 del 2014, su ciascuna plusvalenza si applica una specifica tassazione variabile in base alla tipologia del prodotto finanziario.
Per fornire un esempio esaustivo, tutti i guadagni ottenibili dall’attività immobiliare o finanziaria prevedono una tassazione al 26%. Esistono poi delle eccezioni, come gli investimenti sui Titoli di Stato, con relativo sgravio fiscale impostato al 12.5%.
Differenza tra plusvalenza, minusvalenza e trattamento fiscale
L’esatto opposto della plusvalenza prende il nome di minusvalenza. In termini generali può considerarsi come una perdita direttamente correlata con l’attività finanziaria stessa e configurabile nel momento stesso in cui il valore di vendita è inferiore a quello di acquisto e quindi non genera un utile. In situazione di minusvalenza si andrà ovviamente incontro a una riduzione economica del proprio patrimonio, ma anche al credito fiscale.
Proprio quest’ultimo fattore fa sì che una minusvalenza possa essere impiegata nei quattro anni successivi come una sorta di compensazione delle plusvalenze finora conseguite ai fini del trattamento fiscale. Ciò vuol dire che le minusvalenze possono essere adibite alla riduzione delle tassazioni sui redditi personali. Non tutti gli strumenti finanziari, però, consentono la compensazione.
Ottimizzare la propria situazione fiscale
Capire esattamente la natura delle plusvalenze e delle minusvalenze è fondamentale, perché solo attraverso di esse sarà possibile quantificare e prevedere con un buon margine di sicurezza gli eventuali proventi derivanti dalla propria attività finanziaria. Qualora si svolga attività di trading, infatti, una delle voci che bisogna maggiormente tenere in considerazione è quella relativa alla trattenuta fiscale. L’assenza di dichiarazione degli utili provenienti dai redditi diversi si può configurare come evasione fiscale e in quanto tale punibile severamente.
Non solo, comprendere cosa sia la tassazione e in che modi si espleti può aiutare l’investitore nella scelta del prodotto finanziario più idoneo sul quale investire. Anche il calcolo delle plusvalenze rientra a pieno diritto tra quegli elementi che sarebbe opportuno conoscere a menadito. Se eseguito in maniera lungimirante può contribuire a compensare la tassazione mediante il ricorso alle minusvalenze.
Un ulteriore consiglio utile è quello di prestare particolare attenzione alla scelta del broker. Si è detto in precedenza come la gran parte delle piattaforme che consentono di effettuare trading online non svolgano la funzione di sostituto d’imposta, nonostante ciò sono presenti sul mercato delle realtà che prevedono tale caratteristica ed è quindi consigliabile optare per queste soluzioni. Ovviamente, qualora si ritenga di non avere le giuste competenze o capacità per poter badare a tutti i suddetti aspetti autonomamente, il consiglio migliore è quello di rivolgersi a un professionista in grado di ridurre i rischi all’atto del versamento dei contributi fiscali e massimizzare i risultati ottenibili.