Se sei curioso di sapere cosa sia il PNRR, cosa preveda e chi lo finanzi, questo articolo ti spiegherà in termini semplici tutte queste cose.
Il PNRR in breve
Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) è il programma di investimenti e riforme realizzato per far fronte agli effetti disastrosi della pandemia da Covid-19 in Italia. Il piano è strutturato in 6 “Missioni” (ossia delle voci di spesa generali su cui effettuare gli investimenti – che sono in linea con quelli individuati dalla stessa Commissione Europea) e 16 “Componenti” (ossia delle sottocategorie all’interno di ciascuna “Missione” che rappresentano voci di specifiche di spesa in cui indirizzare gli investimenti).
Il PNRR si è reso necessario in Italia in considerazione della situazione contingente del Paese, che presenta delle arretratezze sistemiche in merito a tematiche ambientali, sociali e tecnologiche e non ha leve per poter finanziare tramite investimenti pubblici delle riforme strutturali. Il PNRR prevede investimenti totali per 190 miliardi circa da versare in più tranche nei prossimi 5 anni, sulla base del raggiungimento di obiettivi come indicati all’interno del piano.
Chi finanzia il PNRR?
A finanziare un piano di investimenti di queste dimensioni (complessivamente circa 750 miliardi), è stata direttamente l’Unione Europea, che ha elaborato un piano articolato – Next Generation EU (NGEU) – composto da diversi Fondi (RFF, REACT-EU, Invest EU…) finanziati tramite l’emissione di titoli obbligazionari garantiti dalla stessa UE. Non rientrando nell’ammontare di debito pubblico degli Stati membri a cui sono stati assegnati i fondi, l’investimento effettuato rappresenta una leva fondamentale per effettuare quella svolta ambientale, industriale e sociale in tutta Europa e consentire il rilancio complessivo dell’economia europea.
Inoltre l’utilizzo di questi fondi rappresenta una possibile svolta a livello europeo verso un modello federale che superi l’attuale stallo determinato dall’adozione di un sistema intergovernativo con moneta comune. Ovviamente, il passaggio verso un modello federale dipenderà altresì dalla volontà politica di proseguire verso una centralizzazione della politica fiscale e amministrativa.
Trattandosi in ogni caso di finanziamenti pubblici, l’UE richiede a tutti gli Stati beneficiari di redigere dei piani strutturati e di definire degli obiettivi per l’implementazione delle misure a cui sono rivolti gli investimenti. In caso di mancato raggiungimento degli obiettivi o dei parametri definiti nei piani, si prevede un confronto della Commissione Europea con gli Stati Membri, che potrebbero subire una decurtazione dei fondi concordati in caso di cattiva gestione di questi.

Cosa prevede il piano
Il PNRR prevede sei principali voci di spesa (“Missioni”):
- Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo: in questa voce di spesa rientreranno tutti gli investimenti volti a coprire il territorio nazionale con la rete a banda ultra-larga e tutte quelle misure rivolte ai settori collegati al turismo, alla cultura e all’internalizzazione delle imprese per un totale complessivo di 40,32 miliardi di euro.
- Rivoluzione verde e transizione ecologica: sono incluse tutte quelle misure volte all’efficientamento energetico del Paese (ricerca energie rinnovabili, efficientamento energetico di edifici pubblici, miglioramenti nella capacità di gestione dei rifiuti) e quegli interventi rivolti all’agricoltura sostenibile per un totale complessivo di 59,47 miliardi di euro.
- Infrastrutture per una mobilità sostenibile: investimenti collegati all’alta velocità ferroviaria e in generale a tutta la struttura ferroviaria nazionale e regionale e il potenziamento del trasporto pubblico per un totale complessivo di 25,40 miliardi di euro
- Istruzione e ricerca: investimenti volti a risolvere i problemi strutturali legati al mondo della formazione, prevedendo un aumento dei posti negli asili nido e una revisione complessiva dei percorsi scolastici (finalizzata ad incrementare le competenze di studenti e insegnanti in materie STEM – Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) per un totale complessivo di 30,88 miliardi di euro
- Coesione e inclusione: misure rivolte al sostegno dell’occupazione e della tutela di condizioni di fragilità economica e sociale per un totale complessivo di 19,81 miliardi di euro.
- Salute: investimenti rivolti al potenziamento della medicina territoriale e per l’ammodernamento e la digitalizzazione del sistema sanitario nazionale per un totale complessivo di 15,63 miliardi di euro.
Chi controlla l’attuazione
L’attuazione del PNRR viene demandata a chi effettivamente svolge gli investimenti (quindi l’Amministrazione Centrale e le Regioni/i Comuni per gli investimenti di pertinenza). In particolare, è stata prevista l’istituzione di:
- un coordinamento centrale che monitorerà il raggiungimento dei target tramite un sistema di monitoraggio sviluppato dal Ministero dell’economia e delle finanze;
- una cabina di regia presso la Presidenza del Consiglio dei ministri che avrà compito di valutare i progressi ottenuti e che interloquirà in caso di criticità con le amministrazioni responsabili;
- un organismo di audit indipendente che collaborerà con ANAC e Guardia di Finanza per la verifica della regolarità delle procedure e l’individuazione di frodi.
I prossimi passi
Il PNRR è stato recentemente approvato dalla Commissione Europea, e questo consentirà l’arrivo della prima tranche dei fondi europei stanziati per l’Italia (circa 30 miliardi). In futuro sarà dirimente la realizzazione delle schede di dettaglio che individueranno nello specifico le modalità di investimento e le diverse progettualità specifiche volte a rispettare il PNRR e sbloccheranno l’arrivo di ulteriori e fondamentali risorse.
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