La Markets in Financial Instruments Directive (il cui acronimo MiFID è certamente una delle parole più note nel mondo degli investimenti) è la direttiva europea che ha cambiato le regole dei mercati finanziari, promuovendo la tutela dei diritti dei risparmiatori e garantendo la trasparenza e condizioni più eque su diversi livelli. In pratica sono state individuate delle norme a tutela degli investitori per migliorare l’efficienza dei mercati di capitali che devono essere rispettate in tutta l’Unione Europea da parte degli Intermediari Finanziari e dalle Società che gestiscono i mercati.
Un mondo senza MiFID
Immagina per un momento di presentarti in banca e chiedere di effettuare un investimento. Se non ci fosse la MiFID (e quindi se fossimo in uno scenario antecedente al 2007) la Banca potrebbe:
- inserire l’ordine quando meglio crede;
- non informarti su tutti i costi in cui puoi incorrere;
- consigliarti di acquistare altri strumenti magari molto rischiosi;
- selezionare un mercato con volumi poco elevati, facendoti incorrere in ritardi e costi;
- evitare di comunicarti che l’investimento che stai per fare è molto rischioso;
- farti consigliare da personale poco esperto in tematiche finanziarie.
Cosa prevede la MiFID?
Se lo scenario sopra prospettato non ti sembra allettante considera che con la MiFID I (entrata in vigore nel 2007) e la MiFID II (entrata in vigore nel 2018), gli Intermediari Finanziari hanno degli obblighi da rispettare in materia di investimenti, tra cui:
- Adeguatezza e Appropriatezza: che sia tu a richiedere un investimento o che questo ti venga consigliato, l’intermediario deve profilarti e sottoporti un questionario per verificare quali siano gli strumenti che si addicono al tuo livello di conoscenza ed esperienza, alla tua situazione finanziaria e al tuo livello di rischio (devono inoltre monitorare se l’investimento rispetti nel continuo i tuoi parametri);
- Best Execution: gli intermediari ti dovranno garantire le migliori condizioni sul mercato nel caso in cui non determini delle condizioni particolari per il tuo investimento (es. prezzo limite);
- Preparazione del personale: il personale incaricato di fornirti servizi finanziari deve essere adeguatamente formato dall’intermediario che deve monitorare costantemente che essi posseggano adeguati livelli di conoscenza ed esperienza;
- Target Market: i prodotti che vengono distribuiti dagli intermediari devono essere propriamente valutati da questi, che devono individuare il target market degli strumenti o verificare che quello individuato dai creatori dei prodotti finanziari si addica alla clientela a cui l’intermediario si rivolge;
- Costi: gli intermediari devono informare i clienti di tutti i costi gravanti sull’investimento sia ex ante sia ex post (con cadenza periodica almeno annuale);
- Archiviazione della documentazione: tutti gli intermediari sono tenuti a mantenere le registrazioni in merito agli investimenti effettuati dai propri clienti per un periodo minimo di circa 10 anni (a seconda dell’informazione da mantenere);
- Perdite inattese: nel caso in cui si siano acquistati strumenti a leva finanziaria, l’intermediario sarà tenuto a inviare una comunicazione scritta al cliente nel caso in cui il prodotto subisca una perdita maggiore del 10%;
- Incentivi e conflitti d’interesse: gli intermediari devono cercare di non incorrere in conflitti d’interesse e non possono prendere incentivi senza comunicare ai clienti l’ammontare di tali incentivi.

La MiFID 3: cosa sta pensando di fare il legislatore
Se tutte queste tutele ti sembrano abbastanza solide sappi che il legislatore europeo ha avviato una consultazione già nel 2020 per capire cosa abbia funzionato dell’insieme di regole disposte in merito alla MiFID 2, per intervenire in futuro emanando ulteriori normative (MiFID 3?). Alcune delle domande poste lasciano intendere che le aree dove ci saranno maggiori interventi saranno:
- Ricerca in materia di investimenti: MiFID II considera la ricerca in materia di investimenti come un servizio che prevede la creazione di valore nei confronti di chi la riceve. Ciò ha comportato il fatto che molte imprese non hanno più potuto offrire ricerca in materia finanziaria gratuitamente verso uffici studi degli intermediari, poiché sarebbe stato necessario pagare tale ricerche e rendicontarle ai clienti. Probabilmente uno degli argomenti che verranno revisionati con la MiFID 3 sarà proprio quello della ricerca in materia finanziaria – prevedendo delle normative specifiche per tutelare la necessità degli operatori di usufruire delle ricerche senza dover includere tale servizio tra gli incentivi;
- Revisione dei controlli in materia di Product Governance: attualmente ci sono delle sovrapposizioni a livello di controlli che possono risultare estremamente vincolanti a livello di investimenti quando si ragiona in termini di portafoglio, per cui il legislatore potrebbe operare delle semplificazioni o degli aggiustamenti;
- Clienti professionali e controparti qualificate: per i clienti che hanno maggiori competenze in ambito finanziario potrebbero essere previsti degli oneri inferiori in termini di trasparenza sui costi e altri documenti informativi e ulteriori controlli che ne appesantiscono inutilmente l’operatività;
- Creazione della categoria dei clienti “semi-professionali”: attualmente esistono solo tre categorie di clienti previsti da normativa ossia i Retail, i Clienti Professionali e le Controparti Qualificate – il legislatore potrebbe pensare di crearne una quarta che consenta un minor tutela a fronte delle caratteristiche del cliente (elevata competenza in materia finanziaria);
- Conoscenza ed esperienza del personale: il legislatore, avendo verificato l’ampia interpretazione a livello nazionale dei requisiti collegati al personale degli intermediari, potrebbe valutare una certificazione a livello europeo del personale addetto.
Tutte queste indicazioni lasciano intendere che finito il contesto di emergenza collegato alla Pandemia da Covid-19 il legislatore riprenderà in mano la normativa in materia di Servizi di Investimento proponendo una revisione dell’impalcatura legislativa vigente. Nulla vieta ovviamente che possano esserci anche ulteriori novità rispetto a quanto è possibile ricavare dalla consultazione pubblica sull’argomento.
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