Bonus Renzi 2022: Cosa È Cambiato e a Chi Spettano i Nuovi Incentivi

La nuova Legge di Bilancio, approvata il 30 dicembre 2021 e pubblicata in Gazzetta Ufficiale il giorno successivo, ha comportato diversi, significativi cambiamenti in materia fiscale ed economica. Uno di questi è sicuramente quello toccato al cosiddetto Bonus Renzi, introdotto nel 2014 e mantenuto fino a oggi con alcune modifiche. Ma cosa è cambiato esattamente e a chi spettano i nuovi incentivi? Vediamolo in dettaglio.

Cos’è il Bonus Renzi

Il Bonus Renzi, introdotto in via temporanea nel 2014, consisteva originariamente in un accredito di 80 euro in busta paga destinato a lavoratori dipendenti e assimilati, oltre che a percettori di indennità di mobilità, cassa integrazione, Naspi e prestazioni di esodo, e aveva lo scopo di rilanciare l’economia italiana dopo la grande recessione seguita alla crisi del debito sovrano europeo.

Si trattava, essenzialmente, di uno sgravio fiscale pari a 960 euro annui per redditi compresi tra gli 8000 e i 24.000 euro annui, che diminuiva progressivamente per i redditi compresi tra 24.000 euro e 26.000 euro. Mantenuto anche negli anni successivi, nel 2020, il Bonus venne confermato e portato a 100 euro mensili per i lavoratori con redditi fino a 28.000 euro annui, ed esteso anche a coloro che percepivano redditi fino a 40.000 euro, sotto forma di detrazione fiscale. Obiettivo della misura era quello di rimettere in moto l’economia nazionale e di diminuire la pressione fiscale sui lavoratori dipendenti.

bonus renzi 2022
Bonus Renzi 2022

Cosa è cambiato nel 2022

Nonostante siano ormai passati diversi anni dalla sua introduzione, il Bonus Renzi continua a far parte del nostro sistema fiscale, ed è stato rinnovato anche per il 2022, anche se in una veste del tutto rinnovata. A partire dal 2022, infatti, sono stati modificati i requisiti per l’ottenimento del bonus, portando all’estromissione di moltissime persone. Inoltre, è stata definitivamente abolita la detrazione fiscale prevista per persone con redditi compresi tra 24.000 euro e 26.000 euro.

Il Bonus Renzi è stato, quindi, sostanzialmente sostituito da un nuovo sistema di detrazioni sul reddito che interessa tutti i lavoratori con reddito fino a 50.000 euro. Alla radice di questo importante cambiamento c’è la revisione delle aliquote IRPEF (le percentuali che vengono applicate alla base imponibile per il calcolo delle imposte), voluta dalla nuova Legge di Bilancio. Con la manovra, si è avuto, infatti, il passaggio da 5 a 4 aliquote in totale: mentre l’aliquota del 23% e del 43% sono state lasciate invariate, l’aliquota del 41% è stata eliminata, mentre le aliquote del 27% e 38% sono state abbassate, passando rispettivamente dal 27% al 25% e dal 38% al 35%.

Se per la fascia di reddito fino ai 15.000 euro l’aliquota rimane la stessa (23%), ai redditi compresi tra 15.000 e 28.000 euro viene ora applicata un’aliquota del 25%; a quelli tra 28.000 euro e 50.000 euro una del 35%; e a quelli superiori a 50.000 euro una del 43%. La parziale eliminazione del Bonus Renzi è oggi, quindi, compensata dalla diminuzione dell’imposta, dovuta alla riforma delle aliquote IRPEF, e dal conseguente aumento delle detrazioni da lavoro dipendente, autonomo o da pensione, che determinano comunque un vantaggio in busta paga.

A chi spettano i nuovi incentivi

Il vero cambiamento del Bonus Renzi nel 2022 sta però nel considerevole restringimento della platea di possibili destinatari. La nuova Legge di Bilancio ha difatti stabilito che a partire dal 2022, il bonus verrà concesso soltanto a soggetti con redditi inferiori ai 15.000 euro annui, al posto dei 24.000 euro a cui era inizialmente destinato.

Tuttavia, viene specificato che, in presenza di determinate condizioni, il trattamento integrativo può essere riconosciuto anche a lavoratori con reddito compreso tra i 15.000 e i 28.000 euro annui. Perché ciò accada la somma delle altre detrazioni deve essere superiore all’imposta lorda, considerando tra le detrazioni possibili: familiari a carico, mutuo prima casa e agrari, redditi da lavoro dipendente e assimilati, spese per ristrutturazioni, spese mediche ed erogazioni liberali.

Come effettuare la domanda

Nonostante i numerosi cambiamenti normativi di questo 2022, non sembrano esservi modifiche ai metodi di riscossione del bonus da parte degli aventi diritto, che viene riconosciuto automaticamente, senza che sia necessario presentare domanda. Il bonus può essere, infatti versato direttamente in busta paga dal datore di lavoro, che fungerà da sostituto di imposta, o richiesto in fase di conguaglio annuale, al momento della presentazione della dichiarazione dei redditi. Spetta, infatti, al beneficiario la scelta di ricevere l’importo mensilmente, come integrazione del reddito, o di riceverlo in una sola quota in fase di conguaglio.

Chi dovrà restituirlo

Nel caso di versamento in busta paga, è possibile che il Bonus Renzi venga erroneamente versato anche a persone che non ne abbiano più diritto. Il rischio è molto alto nella fascia di lavoratori con redditi compresi tra i 15.000 e i 28.000 euro, che, come abbiamo visto, possono ricevere il bonus solo se hanno detrazioni complessive superiori alle imposte dovute. In questa eventualità, al beneficiario verrà chiesto di restituire l’importo totale in un’unica soluzione. Il consiglio è, quindi, quello di prestare attenzione o di optare per il conguaglio annuale. Si eviteranno, così, spiacevoli disguidi.

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