Contributi a fondo perduto per emergenza Covid: quali sono e come richiederli

I contributi a fondo perduto sono quelle somme di denaro erogate ai possessori di partita iva e ai titolari del reddito agrario che hanno dovuto sospendere le loro attività a causa della pandemia causata dal coronavirus. Essendo contributi a fondo perduto non devono essere restituiti da chi ne ha usufruito.

Col decreto Rilancio (Dl n. 34 del 19 maggio 2020) il governo ha deciso che per venire incontro ai liberi professionisti possessori di partita IVA e ai titolari del reddito agrario ossia titolare di un’impresa agricola, vengano erogati dei contributi a fondo perduto. Si è deciso di erogare una somma di denaro per tutti i mesi di lockdown durante i quali questi lavoratori sono rimasti a casa senza poter lavorare e a differenza di un lavoratore dipendente che veniva messo in cassa integrazione, i lavoratori indipendenti devono contare solo sulle loro risorse e i loro risparmi.

Avresti potuto richiedere questo contributo se tu avessi avuto dei ricavi inferiori ai cinque milioni di euro nell’anno 2019 e avresti potuto ricevere circa 40 mila euro facendo un calcolo medio. La domanda potevi presentarla dal 15 giugno 2020 al 13 agosto 2020.

Contributi covid con decreto Ristori

Attualmente invece avrai sentito parlare del decreto Ristori firmato il 24 ottobre 2020 che abbraccia diversi settori lavorativi che sono stati colpiti dal precedente lockdown e dalle misure restrittive attuali di ottobre 2020: il decreto Ristori comprende i lavoratori dello spettacolo, i ristoratori, chi lavora nel settore turistico e chi si occupa di impianti termali. Per tutti coloro che usufruiranno del decreto Ristori c’e’ un tetto massimo di 150 mila euro; i dati che influenzano il calcolo sono il codice ATECO, la posizione dell’attività e i dati che riguardano le perdite economiche.

Contributi a fondo perduto per emergenza Covid
Contributi a fondo perduto per emergenza Covid

Requisiti per ottenere i contributi a fondo perduto per l’emergenza covid-19

Bisogna che tu sia possessore di partita IVA alla data del 25 ottobre 2020 e che tu svolga uno dei lavori presenti nel decreto Ristori in base al codice ATECO assegnato loro. Bisogna inoltre che il totale del tuo fatturato del mese di aprile 2020 sia inferiore per i due terzi del fatturato dell’aprile 2019, proprio per dimostrare che se ci sono state perdite ad aprile 2020 il motivo è stato il lockdown causato dal coronavirus. Anche se tu avessi un ricavo superiore ai cinque mila euro ma con una perdita del 10% potresti fare domanda per questi contributi a fondo perduto. Non possono accedere ai vari bonus o ai contributi a fondo perduto chi ha aperto la partiva IVA il 25 ottobre 2020. Mentre chi ha sottoscritto la partita IVA dal primo gennaio 2019 può fare richiesta di questi contributi senza sottostare ai limiti di fatturato. Essendo contributi a fondo perduto non devono essere restituiti.

Se possiedi attività come i bar e le pasticcerie ed in generale per tutte quelle attività che non hanno una cucina, il contributo che potresti avere potrebbe essere più alto di quello che aspetti perché dipende dal numero dei contagi che la tua regione ha avuto. Il contributo a fondo perduto nelle regioni rosse o arancioni corrisponde al 200% di quello di cui parla il decreto Rilancio, mentre per le zone gialle ammonta al 150%.

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