I trasferimenti di somme importanti tra familiari, sia a titolo di donazione che di prestito, devono essere effettuati rispettando determinati iter burocratici per evitare problemi con il fisco. Bisogna tenere conto che qualunque trasferimento di denaro tra familiari, purché di consistenza rilevante, deve essere adeguatamente certificata per sottrarla alle grinfie del Redditometro e dell’Anagrafe dei rapporti finanziari per dormire sonni tranquilli.
Redditometro e Anagrafe dei rapporti finanziari
Il Redditometro è lo strumento di controllo con cui l’Agenzia delle Entrate, incrociando ciò che guadagni con ciò che spendi, può accertare della tua onestà fiscale. Pertanto, se rileva che le tue spese superano del 20% i tuoi guadagni, può scattare il richiamo per accertamento affinché tu vada nei loro uffici a spiegare la provenienza di quella percentuale in più. Il rischio, non da poco, è che si generi il sospetto che talune somme provengano da redditi in nero, ovvero non dichiarate al Fisco. In tal caso, si rischia il ricalcolo delle imposte dovute a titolo di Irpef con l’aggiunta delle relative sanzioni.
L’Anagrafe dei rapporti finanziari è una banca dati (da cui si ricava il Redditometro) che contiene i dati personali di ognuno, trasmessi periodicamente dagli operatori finanziari come Banche, Posta e imprese di investimento all’anagrafe tributaria.

Come tutelarsi per non avere problemi
Bisogna cautelarsi per evitare di generare qualunque tipo di sospetto. Basti pensare che, ad esempio, una semplice donazione può essere interpretata come un prestito oggetto di interessi attivi non dichiarati ai fini Irpef, e quindi passibile di sanzioni. È bene, quindi, che trasferimenti di denaro, entro familiari, vengano eseguiti con assegno non trasferibile o con bonifico bancario. Quest’ultima modalità è preferibile rispetto alla prima in quanto dà la possibilità di specificare la “causale” (es: “regalo di papà”) del trasferimento di denaro.
Tali sistemi lasciano segni nei registri degli istituti bancari, che permettono di dimostrare la buona fede in qualsivoglia accertamento fiscale. Dopo l’assegno, o il bonifico, è indispensabile redigere una scrittura privata affinché venga acclarato a che titolo è stato effettuato il movimento di denaro e sia riscontrabile la data certa in cui è avvenuto materialmente il trasferimento di denaro tra le parti.
La scrittura privata
Possono essere formalizzate con scrittura privata le donazioni e prestiti (con obbligo di restituzione) di modico valore. Si precisa che le donazioni di somme cospicue non rientrano nei casi esaminati nel presente articolo, in quanto si formalizzano solo con atto pubblico notarile. Per eseguire la scrittura privata si compilano moduli distintamente formulati per le donazioni e per i prestiti, scaricabili su internet. Dopo la compilazione, bisogna che i moduli siano firmati sia dal concedente che dal beneficiario, e che siano accompagnati da una prova che attesti la data certa dello scambio.
La certezza della data è necessaria, in linea di massima, nell’interesse di chi deve tutelare i propri rapporti con privati o istituzioni pubbliche. Nel caso di specie, la data certa impedisce di retrodatare un documento per provare la propria innocenza in sede di accertamento fiscale.
Come si ottiene la data certa?
Qui di seguito le principali modalità per verificare la certezza della data del documento:
- Ci si può recare, all’uopo, presso l’Agenzia delle Entrate per far registrare la scrittura privata, previo pagamento dell’imposta di registro calcolata in percentuale sull’importo donato:
- Con scambio di email via PEC (Posta elettronica certificata);
- Con scambio di Raccomanda a. r. tra le parti;
- Con raccomandata senza busta;
- Tramite documento sottoscritto, da ambedue le parti, con firma digitale.
È consigliabile, infine, che il documento di scrittura privata venga conservato con cura per 10 anni: gli accertamenti del fisco possono pervenire anche molto tempo dopo l’avvenuto trasferimento di denaro.