Sei confuso da tutti gli acronimi che trovi in materia di bonus di disoccupazione? Vuoi capire cosa essi prevedano? Vuoi sapere quali sono le novità previste dalle recenti normative in materia? Sei spaventato dal fatto che terminerà il blocco dei licenziamenti? Il presente articolo risponde a queste domande e ti aiuta ad approfondire in termini generali e semplici i bonus di disoccupazione previsti attualmente dalla legislazione italiana.
Il NASPI
Il NASPI (Nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l’Impiego) è un sussidio erogato mensilmente dall’INPS ai lavoratori subordinati, quindi i lavoratori dipendenti, che abbiano perso il lavoro in maniera involontaria. Tale sussidio viene fornito nel caso in cui il rapporto di lavoro si interrompa in seguito ad alcune condizioni:
- Licenziamento (anche quello per giusta causa o per giustificato motivo);
- Cessazione del rapporto di lavoro in seguito al raggiungimento del termine per i contratti a tempo determinato;
- dimissioni per giusta causa;
- dimissioni presentate nel periodo di maternità;
- risoluzione consensuale (nel caso in cui si tratti di un rifiuto al trasferimento territoriale oltre i 50 km).
Non tutti però possono beneficiare del sussidio NASPI. Infatti, la domanda di sussidio verrà approvata solo ai disoccupati che abbiano almeno 13 settimane di contributi versati nei 4 anni precedenti allo stato della disoccupazione. Da notare che fino al 31 dicembre 2021 il requisito che prevedeva occorresse aver lavorato almeno 30 giorni nei dodici mesi precedenti all’inizio della disoccupazione è stato eliminato ma in futuro potrebbe essere reintrodotto.
Per quanto riguarda invece l’entità dell’importo erogato dall’INPS, dopo aver presentato la domanda telematica attraverso gli appositi canali, esso dipenderà dalla retribuzione imponibile dei quattro anni precedenti ma in ogni caso non potrà essere superiore a 1.335,4 euro per il 2021. Il Decreto Sostegni Bis ha invece eliminato la riduzione precedentemente prevista del 3% al mese per tutto il 2021. Il sussidio verrà erogato per un numero di settimane pari alla metà di quelle per cui sono stati versati contributi negli ultimi 4 anni (per un massimo quindi di 24 mesi).

Reddito di cittadinanza
Ne avrai certamente sentito parlare e pertanto saprai che si tratta di una misura di contrasto alla povertà introdotta nel 2019. È meno noto che tale misura non sia incompatibile rispetto a tutte le indennità di disoccupazione (NASPI, DIS-COLL, ecc.), se già percepisci quindi il Reddito di cittadinanza, è tua facoltà fare richiesta per gli altri sussidi qui presentati. La misura del Reddito di cittadinanza è stata disegnata per durare anche per periodi prolungati (ogni 18 mesi è necessario però rinnovare la richiesta, attendendo la sospensione di un mese). Il sussidio viene erogato se vengono rispettati i seguenti requisiti:
- ISEE minore di 9.360,00 euro;
- Patrimonio immobiliare (esclusa la casa di abitazione) inferiore a 30.000 euro;
- Patrimonio mobiliare non superiore a 6.000 euro;
- Reddito familiare inferiore a 6.000 euro annui (in caso di nuclei familiari composti da più persone, tale limite viene riparametrato).
L’importo massimo mensile che verrà erogato non sarà superiore a 780 euro, ma verrà calcolato dall’INPS in base a diversi parametri che determineranno l’ammontare annuo specifico sulla base di fattori patrimoniali e reddituali dichiarati. In media l’INPS ha dichiarato che l’importo erogato è stato pari a 400 euro mensili per ogni richiedente.
Disoccupazione agricola
Lavoratori agricoli, piccoli coltivatori diretti e piccoli coloni possono chiedere un’indennità di disoccupazione che varia a seconda della tipologia di contratto lavorativo. Agli operai agricoli a tempo indeterminato e determinato verrà fornita un’indennità di disoccupazione se nei 2 anni antecedenti la disoccupazione hanno accreditato almeno 102 giorni di contributi, e se da almeno due anni hanno sottoscritto un’assicurazione contro la disoccupazione involontaria.
Diverso sarà invece il discorso per i lavoratori a tempo indeterminato e per chi ha contratti di lavoro a termine. Per i lavoratori a tempo indeterminato, la misura dell’indennità sarà pari al 30% della retribuzione effettiva per un numero di giornate non superiore a 365 e pari a quelle lavorate. Per i lavoratori a temine, invece, la retribuzione corrisponderà al 40% della retribuzione soggetta ai contributi erogata per un numero di giornate non superiore a 365 e pari a quelle per cui si è stati iscritti negli elenchi nominativi.
DIS-COLL
Per tutti i lavoratori iscritti esclusivamente alla Gestione separata (senza partita IVA e non pensionati), è possibile richiedere il DIS-COLL come indennità per la disoccupazione. All’interno di questa categoria di lavoratori vi rientrano sia i dottorandi sia gli assegnisti, che devono avere almeno un mese di contributi versati verso la Gestione separata dal 1° gennaio dell’anno precedente alla cessazione del rapporto di lavoro. Il DIS-COLL avrà una durata non superiore a sei mesi e uguale alla metà dei mesi in cui sono stati versati i contributi dal 1° gennaio dell’anno precedente alla cessazione del rapporto. L’ammontare versato non sarà superiore a 1.335,4 euro e dipenderà dal reddito imponibile ai fini previdenziali.
Sussidi temporanei
Sono stati individuati dal governo numerosi sussidi per far fronte agli effetti economici della pandemia da Covid-19. Tali sussidi sono rivolti a categorie particolarmente colpite dalla pandemia e si classificano tutti come contributi eccezionali (quindi a differenza di quelli descritti sopra sono temporanei). In questa categoria vi rientrano ad esempio i bonus lavoratori stagionali, cioè una misura pensata prevalentemente per i lavoratori del settore del turismo per i quali è stata prospettata una indennità una tantum pari a 1.600 euro; sempre di 1.600€ è l’indennità stanziata dal Bonus lavoratori dello spettacolo, una misura per supportare tutti i lavoratori del mondo dello spettacolo che hanno subito perdite ingenti durante la pandemia, a causa dell’impossibilità di organizzare eventi.